Studio di caso
Miltos Manetas
18 - 20 marzo 2014
Manetas-DEF

ÑEWPRESSIONISM

Viviamo in un tempo di Metaschermi. Lo schermo (non i computer) e le reti digitali sono diventati un ulteriore livello della natura. Lo schermo è un oggetto che proietta, trasmette, traduce, ma al contempo concilia, isola e protegge. Lo schermo impedisce la vista della totalità, mostra solo una parte, un pezzo alla volta e non è in grado di restituirci l’intera “impressione”, la visione della “totalità”.

In altre parole, lo schermo non può trasmettere il senso completo del paesaggio, quel sentimento della natura che, invece, riusciamo a percepire immediatamente quando si tratta di alberi, fiumi o montagne; quando è sufficiente fermarsi e non far nient’altro che guardare, come accade all’uomo del famoso quadro di Caspar David Friedrich; quando l’essenza della natura, di quello che chiamiamo “mondo naturale”, è gratuita, non interattiva, aperta e pronta per essere catturata. Invece, quando si tratta delle reti le cose non sono così dirette, esattamente perché le reti sono raggiungibili soltanto attraverso lo schermo dei computer: quell’insopportabile trappola per gli occhi, quei muri tascabili non-invisibili.

E qui arriva la pittura. Qui arriva la rappresentazione in grado di salvarci.

In un mondo di Metaschermi, la rappresentazione dei luoghi infiniti di Internet – attraverso la pittura, le tecniche di stampa, la fotografia, il readymade -, degli scenari dei mondi molteplici dei videogiochi e della nuova popolazione irrefrenabile di avatars è il solo modo per poter guardare la natura nel suo insieme.

Dipingere le informazioni visive dei computer vuol dire tentare di catturarne l’intera essenza: natura tecnologica e naturale. Vuol dire tentare, ancora una volta, di raggiungere un “realismo più profondo” come fecero quei ragazzi a Parigi 150 anni fa. Qualcosa di nuovo che possa sembrare leggero, facile e non troppo concettuale a un primo sguardo. Qualcosa di “impressionistico”.

 

Partecipanti:

Mike Calvert

Griffin (invitato da Pascal Janovjak)

Annika Larsson

Angelo Plessas

Jon Rafman

Nora Renaud

Priscilla Tea

Amalia Ulman

- E con la partecipazione di

Domenico Billari

Alan Bogana

Manue Buess Gurtner

Egijia Inzuele

Tobias Kaspar

Valerio Scamuffa

Cédric Roduit

Benedetta Zucconi

- Assistenti maldestri dell’uso

Claudia Bernardi

Paolo Do

Lorenzo Micheli Gigotti

Salvatore Lacagnina

Miltos Manetas

- BlackBerry Film Director: Emiliano Montanari

- Music Master: Maurs Augustin

- Brigitte Bardot interpreted by Julia Perazzini

- Special Fashion: Mario Caruana

- Design: Julien Tavelli

- Influencer: Paolo Virno, Gunther Teubner

- Psycologist: Lilla Gurtner

- Art Historian: Toni Hildebrandt

- Introducing AL(essandro), VAL(entina), TAL (llulah)

- Contribution by

Donatien Grau

Robert Montgomery

- Crew

Orazio Battaglia

Niccolò Berretta

Paola Bommarito

Guido Coscino

Micaela Doti

Malvina Giordana

Matteo Keffer

Davide Sacco

Anna Schulz Seyring

 

19 marzo
Istituto Svizzero di Roma - via Liguria 20

Alan Bogana
Alberi metaschermo
h 16:16
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria 20

 

Priscilla Tea
Alberi metaschermo
h 17:17
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria 20

 

Angelo Plessas
Websites and eternal internet brotherhood
h 19:19
Istituto Svizzero di Roma – Sala Conferenze
via Liguria 20

 

Mario Rossi
Web and CSS
h 04.30
On Line

20 marzo
Istituto Svizzero di Roma – via Ludovisi 48

Mike Calvert
Invisible piano
h 16:16
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria 20

 

Amalia Ulman
Wrong Madonna
h 17:17
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria 20

 

Griffin
Meeting with the invisible man
Preceduto da un reading
di Pascal Janovjak
h 5:55 PM
Istituto Svizzero di Roma – Biblioteca
via Liguria 20

 

Augustin Maurs
con la partecipazione di Domenico Billari e Benedetta Zucconi
Performance musicale per ÑEWPRESSIONISM
h 18:18
Istituto Svizzero di Roma
via Liguria 20

 

Jon Rafman
Rome’s projection
Arrangiamento musicale di Augustin Maurs
dalle 19:19 alle 21:21

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